Lapio, il Territorio, la Storia

Lapio, piccola controversia linguistica che vede scambiati il famoso condottiero Annibale con Don Annibale Filangieri, feudatario del luogo, il comune di Lapio lega la sua origine, fama e fortuna alla tradizione vitivinicola. Fondata dal console romano P.C. Cetego nel 512 a.c. con la deportazione di 40.000 liguri apuani, la storia comincia con l’impianto dell’importato vitigno apuano che ben si adattava ai fertili terreni dell’area. Sorti sulla valle di S. Maria, i centri di Paci e Vici rappresentarono i primi nuclei urbani della futura città, fino alla costituzione dell’Universitas Lapidei, antica Lapio, che probabilmente prende il nome dal latino apis, ape, o lapideus, luogo sassoso. Sotto la dominazione normanna fu feudo di Candida e, nel periodo medievale, i suoi feudatari furono i Filangieri, principi di Arianiello.

IL BORGO

Il borgo interno conserva in parte gli antichi splendori. Di interesse storico è il castello, dimora dei Filangieri, risalente al XVI sec. del quale è ancora possibile ammirare l’alta torre quadrata, il bellissimo cortile porticato, e all’interno il maestoso Salone delle feste.

 

 

I MONUMENTI

Numerose le Chiese di Lapio, tra cui spicca, la Chiesa di Santa Maria della Neve, edificata intorno al 1100 come privato luogo di preghiera della famiglia Filangieri.  I Capece, feudatari della città per breve tempo, diffusero il culto della Madonna delle Nevi edificando una vera e propria cappella con l’altare dedicato alla Madonna, attiguamente all’Oratorium. All’interno, sul soffitto e sulle pareti si possano ammirare dei dipinti su tela del Capobianco risalenti al 1753.

Numerose statue di cartapesta a grandezza naturale e di ottima fattura sono conservate all’interno della Chiesa, le opere raffiguranti la passione e morte di Cristo, vengono esposte al pubblico durante la manifestazione delle “Tavolate” una tradizione religiosa lapiana che si tiene ogni anno in occasione del Venerdì Santo. Altri edifici religiosi sono la Chiesa di Santa Caterina la cui facciata è arricchita da un portale in pietra e da un imponente campanile, la nascosta Chiesa di S. Giuseppe, che ospita una confraternita, la Chiesa della Madonna del Loreto che domina piazza S. Antonio, la Chiesa del Carmine, il cui ipogeo è stato ristrutturato e rappresenta un pezzo di storia religiosa, l’ex convento o convento di Santa Maria degli Angeli , i cui resti di una ormai passata bellezza si trovano ai margini del Cimitero.

I RESTI DEL PONTE 

Da visitare, inoltre, il ponte principe, un monumento di ingegneria archeologica, che congiunge le sponde del Calore tra i territori di Lapio e Taurasi, è uno dei numerosi ponti in acciaio che caratterizzano la storica, ma ormai dismessa, linea ferroviaria Avellino – Rocchetta Sant’Antonio – Ponte S. Venere, realizzata tra il 1888 e il 1895. Il ponte, al tempo della sua realizzazione, rappresentava un’opera eccezionale, trionfo del progresso e dell’ingegneria ferroviaria italiana, per la notevole complessità orografica del territorio in cui venne realizzato e per le travate in acciaio di 95.40 metri di luce di 10 metri altezza, per una lunghezza totale di 340 metri.