L’olio e le cultivar, sapore d’Irpinia
Fra i preziosi doni di Cerere, nell’antichità venerata con diversi nomi nei luoghi sacri dell’Irpinia, l’olio è indubbiamente uno dei più pregiati. Le distese argentee di olive narrano la forza arcaica di questa terra, espressa dai tronchi nodosi come le mani di chi con amore perpetua una coltivazione che da secoli ha condiviso alcune caratteristiche con la sfera del sacro. Come il senso del lavoro dell’uomo qui più che altrove si sublima nell’aspirazione ad una superiore perfezione, così la linfa dorata che si ricava dalle olive appena invaiate raggiunge livelli di qualità altissimi. che si rivelano al gusto e all’olfatto degli estimatori. Le cultivar autoctone irpine, selezionati da secoli di coltivazione in questo ambiente, caratterizzano oramai il territorio contribuendo in maniera determinante a modellarne la natura agricola.
Carpellese, Ogliarola, Marinese e Ravece, più di altre definiscono un paesaggio in cui alberi secolari incorniciano borghi medioevali e sorvegliano le produzioni di tipicità che, insieme all’olio, testimoniano la passione autentica dell’Irpinia e della sua gente.
Ravece, sapore raro e prezioso
La Ravece, conosciuta anche come Coratona o Olivona nella zona di Grottaminarda ed Ariano Irpino, è la varietà simbolo dell’olivicoltura di qualità in Irpinia. L’olio si distingue per le pregevoli caratteristiche aromatiche e gustative: di colore verde più o meno intenso, il suo sapore presenta toni di amaro e piccante decisi ed equilibrati, perfettamente bilanciati dal sentore fruttato di oliva intenso con chiaro aroma erbaceo e spiccate note di pomodoro verde, foglia di pomodoro e carciofo.
Don Edoardo, tipicità tutta irpina
L’olio ottenuto, un misto varietale di marinese, ogliarola, frantoio, leccine, soprattutto da drupe raccolte precocemente, mostra un fruttato di oliva medio con note verdi di foglia di mela e di mandorla, al gusto presenta toni di amaro e piccante medi, accompagnati da tenui sensazioni di dolce.